MOONLIGHT, da Venerdì 3 a Martedì 7 Marzo
Chiron appartiene alla periferia “nera” di Miami. La mamma è una tossica che si prostituisce per procurarsi la dose, il padre è perso nella sua memoria ormai a pezzi. Nonostante le difficoltà in cui si trova a vivere, Chiron non rinuncia a cercare un proprio posto nel mondo anche attraverso la scoperta di un’identità (anche sessuale) assai scomoda.
All’origine era un racconto per il teatro dal bellissimo titolo In Moonlight Black Boys Look Blue (Al chiaro di luna i ragazzi neri sembrano blu) poi si è trasformato sul grande schermo nel semplice Moonlight, mantenendo la struttura tripartita a specchio di tre momenti della vita del protagonista Chiron. Il drammaturgo Alvin McCraney aveva presentato la sua piéce a un festival di Miami e il successo immediato del progetto l’ha trasformato in un adattamento cinematografico, affidato come sceneggiatura e regia a Barry Jenkins. La genesi di questo film carico di 8 nomination ai prossimi Oscar con già un Golden Globe (da miglior film drammatico) in tasca è fondamentale per capirne senso etico ed estetico. L’aspetto peculiare del film, infatti, non risiede nel racconto di un qualunque ragazzo nato e cresciuto negli slums dell’America nera, bensì nella liricità che in tale racconto viene profusa allo scopo di una meditazione intima e certamente ambiziosa. Chiron appare prima come bambino diviso fra una madre tossica e irresponsabile e una scuola in cui è quotidianamente sottoposto al bullismo, successivamente come adolescente in cui inizia a scoprire la propria inclinazione omosessuale grazie all’amicizia con il compagno di scuola Kevin ed infine come giovane adulto in cui è diventato spacciatore di quartiere, muscolare e muscoloso, che tuttavia non ha perso la sua naturale tenerezza di cuore. La pellicola trova il suo valore essenzialmente per il tentativo non banale di conciliare violenza e liricità in un tessuto ben congegnato. Certamente troppo barocco in alcuni tratti, il film si avvale di interpretazioni efficaci e ben affiatate.