E’ SOLO LA FINE DEL MONDO, Mercoledì 1 Febbraio ore 21:00
Da dodici anni Louis, drammaturgo affermato, è lontano da casa. Si è chiuso la porta alle spalle e non è si più voltato indietro. Ma adesso Louis sta morendo e a casa ci vuole tornare. Imbarcato sul primo aereo, rientra in seno alla famiglia che lo attende tra premura e isteria. Sulla soglia lo accoglie l’abbraccio di Suzanne, la sorella minore che non ha mai visto crescere, Antoine, il fratello maggiore che si sente minacciato dal ritorno del fratello che aveva monopolizzato l’attenzione dei genitori durante tutta la sua infanzia, Catherine, la cognata insicura e mai conosciuta che esprime le sue verità balbettando, la madre, affatto preparata al ritorno di un figlio mai compreso. Adesso che Louis è tornato lei vorrebbe tanto che le cose funzionassero, che i suoi figli trovassero le parole per dirsi ma nessuno dice e tutti sentenziano. Nessuno sa più niente dell’altro, la morte si appressa e la voce per annunciarla si spegne su un indice che chiede il silenzio.
C’è qualcosa di dissonante nel sesto film di Xavier Dolan, qualcosa che si avverte subito perché è la traccia sonora più riconoscibile del suo cinema. Abitato da attori tutti francesi, È solo la fine del mondo perde l’accento quebecchese e parla letteralmente un’altra lingua, una lingua differente. Bloccato come il suo protagonista nello scarto temporale tra l’intenzione di rivelare una (brutta) notizia e l’impossibilità di farlo, È solo la fine del mondo conferma l’equilibrio (sbilanciato) del cinema di Dolan tra intensità e irrisione, esuberanza e disperazione ma ripensa la sua ‘musica’, ‘suonando’ evidentemente la fine di una stagione artistica.