Il film in sala.

The Apprentice – Alle origini di Trump

  • Venerdì 22 Novembre – Ore 21:00
  • Sabato 23 Novembre – Ore 21:00
  • Domenica 24 Novembre – Ore 16:00 e 21:00
  • Lunedì 25 Novembre – Ore 21:00 in lingua originale 🇺🇸 sottotitolata in italiano

Tre regole. Regola 1: attacca, attacca, attacca. Regola 2: non ammettere niente, nega ogni cosa. Ed infine, regola 3: dichiara vittoria e non ammettere mai la sconfitta. La Bibbia di Donald Trump è tutta qui, e The Apprentice – Alle origini di Trump (trailer), il nuovo film del regista iraniano-danese Ali Abbasi, ce la racconta in quello che, più che essere biopic sul politico in tempo di elezioni, è una vigorosa ricostruzione dello spirito americano che l’attuale candidato alla presidenza degli Stati Uniti ha incarnato nella sua ascesa al potere.

Abbasi, ma soprattutto il giornalista Gabriel Sherman alla sceneggiatura, scelgono di mostrarci anche il Trump meno conosciuto, quello precedente alla ribalta e al clamore mediatico che lo circonda da diversi decenni, approfondendo insicurezze, contraddizioni e ambiguità che una figura così sfaccettata (solo all’apparenza maledettamente semplice) si porta dietro. Quasi non riuscendo però a ritrarsi dall’iconicità irresistibile della sua figura fisica, replicata, smontata, diventata maschera e quindi parodia di sé stessa, The Apprentice finisce per raccontarci poi come si costruisce quella figura, tornando alla superficie dell’immagine tipica e quasi simulacrale di Trump.

Il film copre un arco temporale che più o meno va dagli anni Settanta agli anni Ottanta, il periodo in cui il rampollo della famiglia Trump (un bravissimo e mimetico Sebastian Stan) diventa ricco magnate del mercato immobiliare, imparando le regole del gioco grazie agli insegnamenti del pesce grosso dell’establishment statunitense Roy Cohn (Jeremy Strong)

Fonte – dasscinemag

Megalopolis

  • Martedì 26 Novembre – Ore 21:00
  • Mercoledì 27 Novembre – Ore 21:00 in lingua originale 🇺🇸 sottotitolata in italiano

La “new” New York del futuro, dopo una catastrofe, sta per diventare una “New Rome”… Il geniale architetto Cesar Catilina (Adam Driver) ha inventato il Megalon, un materiale da costruzione più vicino alla “natura” che al cemento. Il Megalon consente anche di avere visioni di una città futura… Catilina ha dunque un piano utopistico e rivoluzionario per riprogettare e ricreare N.Y. dalle macerie.

Contro il progetto dell’architetto, si scaglia il sindaco della città, Franklyn Cicero (Giancarlo Esposito). Conservatore, corrotto e desideroso di mantenere lo status quo. La figlia del primo cittadino, Julia (Nathalie Emmanuel), è combattuta tra l’affetto per il padre e l’attrazione per Catilina. Anche l’ambiguo Clodio (Shia LaBeouf), cugino di Cesar, è perdutamente innamorato di Julia… Che ne sarà di New Rome?

Fonte: Style.corriere.com

Berlinguer

  • Venerdì 29 Novembre – Ore 21:00
  • Sabato 30 Novembre – Ore 21:00
  • Domenica 1 Dicembre- Ore 16:00 e 21:00
  • Lunedì 2 Dicembre- Ore 21:00
  • Mercoledì 4 Dicembre – Ore 15:00 in collaborazione con SPI Ferrara – sezione di Cento

Berlinguer – La grande ambizione diretto da Andrea Segre, che lo ha scritto con Marco Pettenello, in apertura alla Festa del Cinema di Roma. Filologicamente e storicamente ineccepibile, non mira a essere il classico biopic del politico di turno, né a riproporre una maschera attraverso un sempre convincente e stavolta titanico Elio Germano, ma a evocare lo spessore umano del suo Enrico Berlinguer. Segretario, e non “leader”, del Partito Comunista Italiano, convinto sostenitore della politica intesa come mettersi al servizio della collettività e del bene comune, lontano dai personalistici ego(centr)ismi a cui certi politici di oggi ci hanno abituato.

Lo incontriamo sullo schermo negli anni cruciali tra il 1973 al 1978, gli anni dell’attentato che subì a Sofia, della rinuncia ai fondi straordinari elargiti dall’Unione Sovietica, del compromesso storico, degli accordi con Aldo Moro e del sequestro di quest’ultimo. Vediamo Berlinguer andare personalmente dagli operai e mettersi in ascolto di ognuno di loro: verrà ricordato come uno dei politici più silenziosi ed eloquenti di sempre, ossimoro che sta a significare il medesimo impegno nell’ascolto come nella restituzione pragmatica di quelle parole e quelle istanze di cui si considerava portavoce. Con lui il Partito Comunista Italiano raggiunse il 34,4% delle preferenze («Un italiano su tre vota comunista»), ed è proprio l’atmosfera di appassionata partecipazione politica che il film riesce a raccontare e restituire sullo schermo, attraverso un abile accostamento di finzione e realtà, messa in scena e materiale di archivio.

Fonte – Wired